VIAGGIANDO in LIBERTA′
Vittorio Maria DI CARLO
Salvo LOMBARDO
Silvano SPESSOT
Mostra a cura di martinArte
Inaugurazione venerdì 19 febbraio 2010 ore 18.00 – 21.00
fino al 5 marzo
orari lun 15.30 – 19.30
mar-giov 10.00 – 12.30 / 15.30 – 22.00
mer-ven 10.00 – 12.30 / 15.30 – 19.30
ingresso libero
collettiva arte contemporanea
Vittorio Maria Di Carlo
è nato nel 1941 a San Marco in Lamis, nel Gargano. Dopo aver frequentato i corsi di Arte, presso l′ Istituto Statale di Bari, ha conseguito il diploma in Pittura e Decorazione, avendo come maestri Spizzico e De Robertis.
E′ stato riconosciuto come giovane artista emergente al tempo della ″ Nuova Figurazione″ ed ha riscosso notevole successo in parecchie mostre collettive e personali. In seguito, si è stabilito a Milano alternando la residenza lombarda con periodi trascorsi a Manila e viaggiando spesso per conoscere il mondo e per far conoscere la propria arte in esposizioni internazionali come quella tenuta a Bamberg in occasione della quinta Biennale Europea.
La sua attività prosegue tuttora ottenendo consensi in mostre presso Istituzioni Pubbliche e private sia in Italia che all′ Estero.
Diverse mostre personali sono state realizzate nelle principali città italiane, Las Palmas, Barcellona, Manila, Sydney, Zurigo, Montecarlo, Hong Kong, Los Angeles, New York.
Tra le sue mostre personali dell′ultimo decennio citiamo: 1995 Galleria La Rocchetta, Capo D′Orlando 1996 Galleria Mimmo Massante, Milano 1998 Galleria The Fine Arts, Refrentolo – Treviso – 1999 Arcos Gallery, La Fuentes – España – 1999 Jolly, Milano Due – Milano – 1999 Galleria ARTEITALIA , Pescara 2000 Galleria Viola , Galliate – Novara – 2000 Galleria Lovetti Arte , Ferrara 2000 Galleria Il Diamante, Ferrara 2001 Nova Studio L.t.d., New York – USA – 2002 Galleria d′Arte La Fenice, Sassari.
Salvo Lombardo
nasce nel 1948 a Favara, un piccolo paese dell′ agrigentino; nel 1960 la sua famiglia si trasferisce a Caltanissetta, dove il maestro abita e lavora pur mantenendo comunque, uno stretto legame con i luoghi d′origine.
Con l′arte nel DNA, suo padre era un eccelso suonatore di mandolino, subisce il fascino della valle dei templi quello che perde nell′incanto fatato dell′arte senza tempo. Nato con i ″pennelli in mano″ capace fin da bambino, di dipingere e colorare, ebbe una precoce passione per i pittori classici con i gessetti colorati che lo zio, insegnante elementare gli donava, sui marciapiedi disegnava all′infinito Santi, Madonne e cartoni animati ..
Educato al rispetto della vita e della libertà altrui, negli anni caldi del ‘68 inizia a viaggiare e a interessarsi alla politica e nel frattempo si dedica allo studio dei pittori classici.
E′ determinante un viaggio a Parigi, dove ammira le opere del grandi maestri Impressionisti: da questa passione nasceranno in seguito gli Omaggi agli impressionisti. e ad altri grandi della pittura, quali Raffaello Tiziano, Grosz… Per quanto riguarda il senso spaziale e costruttivo, saranno determinanti i cinque anni passati come disegnatore di fumetti, a Manchester – England – che gli permetterà di farsi conoscere oltre confine, con un legame che dura ancora oggi e dove ha uno studio.
Tornato a Roma, diventa assiduo frequentatore di Guttuso e di Borghese uscendo con un genere pittorico davvero originale che espone in varie gallerie opere che affrontano la sicilianità nel mondo, guadagnandosi non poche lodi e la notorietà dei collezionisti.
E′ di questo periodo il genere SICILIANI SI NASCE.. che Guttuso stesso, elogiò ″per la vera sicilianità dei suoi quadri simili ad ex voto di raffinato naif, carichi di ironia divertenti affreschi di una educazione millenaria tipicamente siciliana…In Sicilia non importa far bene o far male ..il peccato che noi siciliani non perdoniamo è l′umiliazione… siamo bianchi né più né meno come la regina d′Inghilterra, eppure sono secoli che subiamo civiltà a noi estranee per religione e lingua , civiltà mai nate da noi e da cui abbiamo imparato a difenderci …da più di 2000 anni siamo una colonia …
Si laureerà in arte moderna e contemporanea, con una tesi su Mirò e sarà sempre insofferente alle regole, colto, geniale, disincantato intelligente e generoso un raffinato artista e al tempo stesso un esperto conoscitore dell′arte.
Molto amato dai collezionisti italiani e stranieri, le sue opere si trovano presso collezionisti e musei di tutto il mondo i critici scrivono di lui:
″lontano da ogni infernale città e a volte sovranamente scevro della confusione che attraversa l′arte figurativa, Salvo Lombardo tesse la sua delicata tela di riferimenti per ritrovare voci più segrete e semplicità di comunicazioni, non disturbate dal frastuono del quotidiano che abbracciano sovente una serena quiete mentale
questo liberare dalle paure e dalle angosce e questa delicata armonia capace di trasportare in una dimensione sublime e quel sorriso che sale inconsciamente alle labbra quando vediamo un suo dipinto sono gli elementi fondamentali dell′arte e in questo Salvo Lombardo raggiunge i livelli dei grandi maestri
Silvano Spesso
Nasce nel 1956 a Cormòns, paese rurale ubicato nel Nord Est Italia, al confine con la Slovenia, equidistante da Trieste ed Udine.
Autodidatta, sin dagli anni ′70 cerca una propria ed autonoma via d′espressione artistica.
Partito da presupposti post impressionisti, viene folgorato sulla via di Damasco dallo studio delle opere di Jackson Pollock prima e di Alberto Burri in seconda battuta. Inizia un lungo viaggio sulla strada della sperimentazione materico cromatica, che lo porterà – nell′arco di tutti gli anni ′80 e ′90 – a provare radicali soluzioni tecnico espressive con la materia, ma soprattutto sulla materia, divenendo maestro provetto nell′uso di resine, di colle, nonché di impasti eterogenei. La tela – intesa come superficie – talora viene usata, talaltra no, a seconda delle finalità perseguite e delle atmosfere volute.
Tale ricerca lo fa approdare al fecondo periodo dei poliuretani, dove la sperimentazione lo porta alla negazione tanto del colore – nel caso dei poliuretani monocromi – quanto a quello della materia – nell′esempio dei poliuretani appena appena scalfiti od impercettibilmente offesi nella propria integrità di superficie.
Per Spessot si tratta semplicemente di un viatico, di un′elaborazione alla ricerca d′una via autonoma, di sintesi ed equilibrio.
Sintesi ed equilibrio – afferma l′artista – che io ho iniziato a trovare proprio con la serie degli Omini, dove ho potuto pienamente applicare le mie cognizioni cromatiche sulle superfici a me più consone .
In questa serie di opere, Spessot stabilisce un contatto immediato con la committenza attraverso l′escamotage di questa figura pseudo-antropomorfa, senza però rinunciare alla forza del suo incedere cromatico cosiccome materico.
L′omino concede spazio all′immaginifico spessotiano, gli dà modo d′affrontare le opere con una certa verve ironica, con un gusto morigerato per la denuncia
di una umanità per lo più vacua e passiva, caprona e poco incline all′approfondimento. Ma, allo stesso tempo, Spessot rivolge la medesima ironia verso se stesso, poiché consapevole di essere egli stesso parte integrante di un mondo che è superficiale quanto profondo, standardizzato quanto eccentrico.
Nell′ultimissima fase della produzione di Silvano Spessot assistiamo al graduale dissolvimento del suo recente leit motiv, per lasciare maggiore spazio alla pura fragranza cromatica che vuole e deve dialogare con una materia che l′artista riesce sempre a far vivere di un impeto proprio, a far brillare di vita, energia e sostanza.
Mai vincolato da correnti, gruppi o tendenze, oggi Silvano Spessot inizia a godere dei frutti di tantissimi anni di non facile lavoro, in un contesto di piena serenità e giusta consapevolezza.
Il tempo, galantuomo, non potrà far altro se ratificare questa nostra impressione.
Franco Savadori
martinArte
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