Nel paesaggio – Villa Brandolini – Pieve di Soligo (TV)
Il secondo Novecento tra Venezia e le Dolomiti
Springolo, de Pisis, Cadorin, Barbisan, Pizzinato, Music, Zigaina.
Pieve di Soligo, 21 novembre 2010 – 27 febbraio 2011
Seconda puntata della quadriennale ricerca sulla pittura di paesaggio nel Veneto, di Laguna e di Terraferma, che Dino Marangon sta portando avanti per conto di Euromobil e del Comune di Pieve di Soligo.
Questo nuovo capitolo dell’indagine sfocia, dal 21 novembre al 27 febbraio, in una ampia rassegna ospitata da Villa Brandolini a Pieve di Soligo, nel cuore delle colline trevigiane del Prosecco.
Un luogo paesaggisticamente emblematico, quindi, per ospitare una mostra che indaga, questa volta sul versante più specificatamente figurativo, quel connubio, incontro-scontro tra l’arte e il paesaggio in artisti legati per residenza, attività, ispirazione al particolarissimo territorio che dalle Alpi discende alla Laguna veneziana. Non un luogo qualsiasi, quindi, ma un territorio italiano che, grazie anche alla Biennale, è punto di incontro privilegiato, sul mondo e con il mondo.
Lo scorso anno, sempre a Villa Brandolini, Oltre il paesaggio puntava ad esemplificare il paesaggio interiore, sublimazione e superamento di quello reale.
Nel paesaggio – questo il titolo del nuovo appuntamento espositivo – indaga invece "le diverse ipotesi creative e le molteplici indagini contemporaneamente sviluppatesi proprio a partire da un più ravvisabile rapporto con il mondo fenomenico concepito come spunto e occasione di sempre nuove e diverse possibilità di invenzione e di interpretazione".
Cento opere, molte inedite e con importanti prestiti da Ca’ Pesaro e dall’Accademia dei Concordi, per documentare l’intrecciarsi di differenti filoni creativi, il formarsi ed evolversi di universi linguistici e spunti immaginativi nuovi, talvolta sotterraneamente collegati alla grande pittura di tradizione.
Fermenti che contagiano anche Maestri dalla personalità consolidata, come evidenzia il rarefarsi della pittura di Filippo De Pisis, mentre Guido Cadorin rende magici i colori, le luci artificiali, la modernità di Venezia e Giuseppe Cesetti sperimenta nuove e più trasognate variazioni coloristiche.
Per parte sua Nino Springolo penetra con sempre maggior lucidità la poesia del comune vivere quotidiano, mentre Pio Semeghini viene ulteriormente distillando le proprie immagini, quasi esplorando la loro fatica ad apparire.
Fedeli allo spontaneo mito delle atmosfere locali, artisti dotati di grandi qualità pittoriche e disegnative come Fioravante Seibezzi, Luigi Scarpa Croce, Eugenio da Venezia, Neno Mori, Carlo Dalla Zorza e i loro amici Marco Novati, Eugenio Varagnolo, Mario Vellani Marchi, Gigi Candiani, pur senza sconvolgere il loro ormai consolidato universo creativo, sanno variarlo e arricchirlo, mentre, quasi a reagire alla loro mobilissima e raffinata pittura di tocco, Giorgio Valenzin, Remigio Butera, Girolamo De Stefani, Aldo Bergamini, Guido Carrer e Mario Dinon, vanno enucleando visioni più segreta e ferma espressività.
Se per questi pittori sarà soprattutto Venezia con le sue lagune a costituire il riferimento più frequente, per altri artisti di grande sensibilità e raffinatezza come Orazio Celeghin, Luigi Cobianco, Juti Ravenna, saranno soprattutto Treviso, le sue strade, le sue abitazioni, i suoi giardini, unitamente all’ampio corollario delle sue campagne, dei suoi fiumi e dei suoi colli a offrire lo spunto per le loro equilibrate ricerche cromatiche e formali, ricerche che troveranno magistrale espressione anche nelle acutissime indagini grafiche e pittoriche di Giovanni Barbisan e di Lino Bianchi Barriviera.
Un capitolo a parte meriterebbe poi un’indagine sui pittori legati alle proprie origini montanare: ci si dovrà limitare a documentare la dura consapevolezza esistenziale dei paesaggi di Fiorenzo Tomea, le robuste cadenze consapevolmente popolaresche e vernacole di Davide Orler, il sapido naturalismo di Luigi Cillo.
Venezia è officina dell’arte che assorbe personalità di diversa tradizione. Quella ebraica di Giorgio Valenzin, o l’armena di Leone Minassian o quella dei confini orientali di Zoran Music.
Il nuovo, di impronta internazionale, permea l’opera di Bruno Saetti quanto le liriche marine di Gastone Freddo o le tele di Armando Pizzinato, protagonista del Fronte Nuovo delle Arti. Giuseppe Zigaina intanto dilata le proprie sintesi paesistiche in emblematiche visioni del mondo, emergenti dalla profondità del ricordo, dagli infiniti meandri della psiche.
Riallacciandosi alle gloriose esperienze dei capesarini, nuove generazioni di artisti, intraprendono nuove articolate ricerche: Renato Borsato, Giorgio Dario Paolucci, Alberto Gianquinto, Saverio Barbaro, Corrado Balest, ciascuno con una propria cifra e linguaggio. A testimoniare come il paesaggio, lungi dall’essere un "genere" superato, continui ad essere luogo di ricerca e di confronto privilegiato.
Realizzata nell’ambito PaesAgire (tutta una serie di convegni, iniziative e incontri sui più diversi aspetti del paesaggio promossi dall’assessorato alla Cultura del Comune di Pieve di Soligo) Nel Paesaggio si propone quindi all’attenzione di chi voglia riflettere su questa essenziale tematica la cui conoscenza appare per molti aspetti indispensabile ad una fruizione più creativa, felice e consapevole dell’ambiente e del territorio.
Nel Paesaggio Pieve di Soligo (Treviso), Villa Brandolini centro culturale F.Fabbri – Solighetto (piazza Libertà 7), 21 novembre 2010 – 27 febbraio 2011. Mostra promossa dal Comune di Pieve di Soligo – Assessorato alla Cultura, dalla Regione Veneto e dal Gruppo Euromobil, con la collaborazione della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro – Venezia. A cura di Dino Marangon. Catalogo edizioni Antia per Euromobil, a cura di Dino Marangon, con interventi di Michele Beraldo e Franca Bizzotto.
Informazioni e prenotazioni: 0438985335
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