Fulvio Di Piazza – Earthquake – Palazzo Riso – Palermo
opening: venerdì 18 marzo, ore 19,00
FULVIO DI PIAZZA – Earthquake – a cura di Helga Marsala – 19 > 29 marzo 2011 – opening: venerdì 18 marzo, ore 19
PAOLINO CANZONERI feat. 3112HTM – live set audio-video (experimental ambient), ore 20
Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia
Settimo appuntamento con “PPS//Meetings”, ciclo di eventi e mostre personali a cura di Helga Marsala, inserite nell’ambito della collettiva “PPS Paesaggio e popolo di Sicilia”, curata da Giovanni Iovane.
Protagonista di questa nuova tappa, in programma venerdì 18 marzo nella Project Room di Palazzo Riso, è Fulvio Di Piazza, palermitano, da anni affermatosi sulla scena artistica nazionale e ultimamente attivo sul piano internazionale con diversi progetti espositivi.
Il suo è, indiscutibilmente, uno straordinario talento pittorico: paesaggi visionari, apocalittici, intrisi di atmosfere fantasy e affidati a derive immaginifiche, raccontano una natura in costante evoluzione, animata da forze oscure, racchiusa nel progetto “Earthquake” (terremoto).
Tra indizi antropomorfi, suggestioni romantiche e scenari onirici, Di Piazza indaga il coté più misterioso della Natura, cavalcando le forze primigenie dell’immaginazione. Ne deriva un’accumulazione di corrispondenze archetipe e di echi simbolici o formali, in un reciproco specchiarsi di elementi del paesaggio, movimenti della psiche e angoli del quotidiano.
Oli su tela e su tavola, carte a china, disegni a grafite, compongono il corpus di opere in mostra, tutte recenti e in buona parte realizzate per l’occasione. Un’installazione densa, che ruota attorno a una grande opera-fulcro.
Scrive la curatrice, Helga Marsala: «“Earthquake” è un progetto installativo articolato in più passaggi. Il tutto è concepito come un breve viaggio tra le viscere e gli umori sotterranei della terra.
È un po’ come entrare dentro al caotico studio di un artista, un luogo fuori dal tempo, in cui le immagini dischiudono un sapere ibrido, sospeso tra arte, scienze botaniche, alchimia e vulcanologia. Ci si trova immersi in una pletora di visioni, qui cesellate e iperrealistiche, lì più libere e deliranti.
Le scene implodono ed esplodono secondo un movimento sismico prolungato, risolvendosi tra banchi di fumo e nebbia, colate di lava, specchi d’acqua tiepida e plumbea, boschi incantati, paludi, lembi di vegetazione che sbucano in mezzo a crepe, fossati, rocce.
L’idea del “terremoto”, certamente connessa a quei paesaggi vulcanici che ricorrono nel catalogo iconografico di Di Piazza, rimanda altresì al concetto di turbolenza, di cataclisma, a quel sublime inabissamento nella potenza magmatica di un paesaggio ancestrale.
Terremoto come alterazione violenta dello stato d’equilibrio, come motus indomito da cui si origina energia vitale. Trasmutazione, humor nero e melanconici passaggi saturnini conducono attraverso inquieti stati di materia.
Il grande olio, dal titolo Zolla, funge da perno visivo e concettuale. Al centro della tela si staglia una forma triangolare, zolla verdeggiante staccatasi dalla terraferma e sospesa nel vuoto: un’evocazione volutamente retorica della sagoma della Sicilia.
Tra nubi e fiamme, restituite grazie a una pittura veloce, istintiva, viscerale, il profilo dell’isola si smarrisce, ingoiato dai dettagli paesaggistici e dal tripudio di masse volatili o laviche.
Di Piazza, in questa come nelle altre opere esposte – che siano disegni, più asciutti e analitici, o chine e oli su carta, realizzati con una freschezza piena di lirismo – porta avanti un percorso di sintesi che procede verso l’informe e la rapidità del gesto. Pur mantenendo la consueta attenzione fiamminga per il particolare, egli si svincola da certi ammiccamenti narrativi, da quell’antropomorfismo ludico a tutti i costi, dal diktat di forme riconoscibili e dettagli squillanti.
La pittura levita, si spalanca e precipita, potenziando timbri espressivi profondi, venature dark, pesi invisibili. Una corrente magica anima il paesaggio e lo lascia trasmutare, conducendo a un unico balzo selvatico, a una presa immediata dello sguardo.
E intanto, sul supporto pittorico si trasferiscono l’intensità, i ritmi e gli equilibri che connotano il paesaggio stesso, preda dell’onda aliena. Un paesaggio che continua ad avanzare, essendo già, esso stesso, pittura».
PAOLINO CANZONERI feat. 3112HTM, “Brain-Hyperspace”
live set audio-video (experimental ambient), ore 20
"Brain-Hyperspace" parte da un progetto audio di Paolino Canzoneri: un tappeto visivo ispirato da sonorità ambient che diventano liquide, evanescenti. A questi suoni sono associati dei movimenti altrettanto fluidi, processati da 3112HTM in un artefatto video capace di innescare visualizzazioni surreali.
Paolino Canzoneri si muove nei territori dell’elettronica digitale ed analogica di ispirazione mitteleuropea, esplorando una dimensione post ambient di taglio sperimentale. Le sue sono composizioni oniriche e misture di psichedelico krautrock, trance e new age, che richiamano fortemente uno scenario fantascientifico tipico degli anni Settanta (Neu, Kraftwerk, Klaus Schulze…).
Palazzo Riso, corso Vittorio Emanuele, 365
Orari: martedì-domenica 10-20, giovedì e venerdì 10-22
Ingresso con il biglietto di “PPS Paesaggio e popolo della Sicilia”: 6 euro, 1 euro residenti a Palermo e provincia
Ufficio stampa Museo Riso: 333.5289457 – stampa.palazzoriso@gmail.com