Gino Morici – Due luoghi, una mostra, un genio a Palermo – Gallerie Corimbo e Sarno – Palermo
dal 25 maggio al 16 giugno 2012
Sarà inaugurata venerdì 25 maggio, alle ore 18, negli spazi delle gallerie Corimbo di via Principe di Belmonte 12 e Sarno di via Emerico Amari 148, la doppia esposizione dedicata a Gino Morici intitolata Due luoghi, una mostra, un genio a Palermo.
Due allestimenti simultanei, uno totalmente dedicato alla grafica alla galleria Sarno e l’altro alla pittura alla galleria Corimbo, che consentiranno di effettuare una attenta e capillare ricostruzione delle vicende artistiche di uno dei più interessanti protagonisti delle arti visive siciliane del secolo trascorso.
Grafico, pittore, scenografo, arredatore, designer, inventore, Gino Morici è stato artista versatile e completo, capace di effondere la propria vulcanica ideatività e di sviluppare il proprio articolato gesto in maniera decisamente multiforme, però con una resa sempre all’insegna della fertile inventiva e della raffinata qualità.
Pur nella fedeltà al verbo figurativo, Morici è stato infatti fra quei pittori isolani realmente in grado di cercare e trovare moduli espressivi palesemente innovativi, attraverso un itinerario visuale all’insegna della perenne irrequietezza e della forte insofferenza nei confronti dei cogenti vincoli della tradizione veristica insulare.
Nomadico e peregrinante fra le tante suggestioni provenienti dal contesto italiano e internazionale del suo tempo, tuttavia egli è stato esente da acritici e modaioli ossequi verso tali spunti e suggerimenti, mantenendo costantemente una propria autonomia progettuale ed operativa grazie all’incorrotta attitudine a filtrare con la personale sensibilità ogni stimolo esterno, sì da impregnarlo d’una peculiare e inconfondibile cifra stilistica ed estetica.
Attento alle novità di matrice casoratiana (ben visibili ne La follia o nel San Francesco, le splendide opere grafiche di fine anni 20’ inizio anni 30’), egli ha anche guardato a certe indicazioni centroeuropee di ascendenza espressionista (come nell’inquietante scena d’omicidio de La piazza), fino a sconfinare nel lessico quasi informale (le policrome liquefazioni della tarda produzione botanica e paesaggistica), a dimostrazione d’una inesauribile curiosità difficilmente inquadrabile in schematismi troppo rigidi e limitativi.
Al contempo capace di slanci spirituali (nei soggetti sacri dei dipinti ad olio) e di sferzante ironia (negli inconfondibili Hidalgos ove è in atto una proiezione soggettiva), Gino Morici è stato senza alcun dubbio un artista allo stesso modo “classico” (di quella “classicità” che è pertinente a chi padroneggi totalmente le tecniche e i linguaggi) ed “eccentrico” (per la naturale insofferenza che caratterizza gli ingegni liberi ed irrequieti), degno non solo (e non tanto) d’una generica riscoperta, quanto piuttosto d’una capillare e attenta valorizzazione, che possa infine restituirgli appieno quel ruolo rilevante che gli spetta nella storia.
Le due mostre saranno visibili fino al 16 giugno, ogni giorno (tranne i festivi) dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20, e si avvalgono del contributo storico di Anna Maria Ruta e di quello critico di Aldo Gerbino e Salvo Ferlito.