Claudio Fazzini – Anestesia dell’Immagine – a cura di Sabrina Falzone

Claudio Fazzini – Anestesia dell’Immagine – a cura di Sabrina Falzone
www.claudiofazzini.it

Un nuovo idioma grafico: l’Anestesia dell’Immagine di Claudio Fazzini

Prendendo le distanze e allo stesso tempo elaborando l’esperienza artistica del biennio compreso tra il 2008 e il 2009, dedicato al tema dell’Anatomia dell’Assenza o l’Elegante Leggerezza dell’Autodistruzione, Claudio Fazzini evolve il suo stile pittorico fino all’ideazione di un procedimento creativo concettualmente innovativo: l’Anestesia dell’Immagine.

Gli aspetti riformatori partono dalla realizzazione del supporto per arrivare ad un nuovo idioma grafico concepito mediante il metodo del compendio. L’esigenza dell’artista di ricorrere alla sintesi ravvisa un ritorno all’essenzialità e alla purezza della rappresentazione visiva, ormai oggi edulcorata da orpelli iconografici e da una sovrabbondanza di dettagli quantomai fine a se stessa.

Claudio Fazzini spezza questa tendenza contemporanea, rinunciando alla "veste" spettacolare dell’arte per orientarsi verso un recupero dell’essenza. E’ così che nasce il potere comunicativo del "lineamentum", un repertorio grafico inedito e immediato, in grado di raggiungere una fruizione globale.

La ricerca artistica di Fazzini, di fatto, ha la prerogativa di oltrepassare nazionalità, religioni e culture in virtù di una straordinaria unità intellettuale, quale patrimonio prezioso dell’umanità.

Già dal supporto in seta l’artista marchigiano guarda all’Oriente, brevettando il quadro da arrotolare e trasportare agevolmente per una migliore diffusione dei suoi stessi contenuti. Il disegno si sviluppa dallo schermo centrale, quale finestra sul mondo,  sempre relativa, soggettiva e parziale, benché essa sia per eccellenza espressione digitale di una realtà virtuale sia nelle relazioni, che nel vivere quotidiano.

Claudio Fazzini approfondisce così il tema attuale della rete e del narcisismo sociale, studiandone i comportamenti e le modalità comunicative di quella che, in sostanza, appare come una esasperata proiezione del sé.

Nell’Anestesia dell’Immagine l’oggetto d’interpretazione è la memoria, che, pur tradita o adulterata, costituisce il filtro dell’esistenza. Con evidenza si rintraccia un parallelismo con l’Anatomia dell’Assenza, dove il perno della rappresentazione verteva sulla negazione della memoria.

Una costante contaminazione tra passato e presente, tra finestre contemporanee e supporti antichi di matrice giapponese sembra condurre l’universo espressivo di Fazzini in direzione di un dialogo aperto e sincero.

La figura resta in ogni caso l’elemento dominante della comunicazione grafica dell’autore per raccontare con semplicità le complesse prospettive dell’identità umana nel sistema contemporaneo.

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Sabrina Falzone
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