IL VOLO DELLA FIORITA – Le tavole multistrato di Iacomucci per Villa Cozza – Macerata

pallinoIL VOLO DELLA FIORITA – Le tavole multistrato di Iacomucci per Villa Cozza – Macerata
di Tiberio Crivellaro

“IL VOLO DELLA FIORITA” Le tavole multistrato di Iacomucci per Villa Cozza (I.R.C.R.) a Macerata – di TIBERIO CRIVELLARO

Chiunque acceda alla sede dell’Azienda Pubblica Servizi alla Persona (I.R.C.R) presso Villa Cozza a Macerata (adiacente l’Ospedale Civile), può da qualche giorno ammirare, in permanenza, una pregevole opera del Maestro Carlo Iacomucci. Opera che entra a far parte della collezione di arte contemporanea presso questo Istituto. Si tratta di una composizione mista di acrilico, stucchi e grafite su tavola multistrati di notevole dimensioni (cm 180 x 200) eseguita appositamente per il Centro.

Insomma, sono due tavole-pagine che raccontano… E se l’autore certifica l’opera col suo fare, qui l’opera certifica l’identità artistica dell’autore. I poetici e “incisivi” colori che determinano il continuo disegnarsi di una natura ancora incontaminata ci scoprono le emozioni a tale veduta. Visione crepuscolare, mi verrebbe da dire, in armonia al perfetto significante del luogo che ospita il riposo di persone ora più sensibili ai ricordi del vissuto; frammenti di animi attraversati da una vita sociale che è stata loro particolare.

Ci sono tutti gli stilemi propri a questo artista: l’emblematico paesaggio in libertà, l’oniricità e la fantasia metafisica ricorrenti, la pioggia che richiama l’ombrello e il copricapo, non solo come ripari, ma anche simboli protettivi da quegli elementi negativi creati proprio dall’uomo che via via soffoca l’equilibrio della natura. E qui, l’emblematica grafite funge, graficamente e idealmente, da monito contro l’orrore, la barbarie e il sangue innocente continuamente versato dalla modernità, senza alcun rispetto per l’essere sia umano, sia animale, sia quello della natura sempre più massacrata. Buona è l’occasione, dal contesto, per far parlare l’autore. Perché spesso gli artisti-autori vengono praticamente zittiti da quei critici deliranti, o quanto meno ripetitivi, presi dalla propria mania di apparire prima dell’artista.

Ed ecco come Carlo Iacomucci risponde alla tematica dell’opera rivelandoci anche qualcosa intorno i suoi progetti futuri…

carlo-iacomucciLa tua pittura e le incisioni mi piace definirle un’arte per il sociale. Da dove ti nasce tale impulso?

In parte è vero, da giovane ho vissuto in un ambiente naturale circondato da campi e da boschi in una famiglia semplice e umile ad un paio di chilometri da Urbino. Ho assorbito molto i valori e l’importanza dei rapporti umani, il rispetto verso la natura circostante che ci aiuta a star bene con i colori e i profumi che ogni giorno ci offre. Su questo vorrei sottolineare che la mia ricerca artistica si è basata molto, oltre che alla poetica del segno, anche sulla presenza di un personaggio, di un ombrello e di un cappello come protettori. Ognuno di essi, nel proprio mondo, difendono o proteggono da qualche cosa, essere umano compreso.

A quale progetto stai lavorando in questo momento?

Da non dimenticare che io mi definisco prima incisore e poi pittore. Pertanto, sul mio tavolo ci sono delle lastre di zinco che sto incidendo con le mie punte di acciaio, e a volte, anche col bulino. Alterno questi spazi incisi con la pittura, e ora, sto ultimando appunto un’opera pittorica per la collezione Art Museum di Phoenix, in Arizona.

Il tuo impegno artistico-culturale, mi viene da dire, si struttura come una piacevole fatica. A questo proposito ci dici qualcosa sui tuoi prossimi accadimenti futuri?

La Vera arte è anche fatica, in particolar modo se parliamo dell’incisione Calcografica che comporta la preparazione di una lastra, la sua incisione, l’acidatura, l’inchiostrazione, e per finire, alcune prove di stampa al torchio a mano. E a proposito dell’incisione, presto parteciperò ad un paio di tavole rotonde dove illustrerò le caratteristiche delle tre tecniche dell’incisione. Inoltre sarò impegnato alla realizzazione di un’opera per una mostra, nel 2015, a Savona in omaggio alla pittrice messicana Frida Kalho………

Dunque, diversamente dalle interminabili affabulazioni “professionali” dei recensori, si potrà notare come, in poche e semplici parole, l’artista spesso ci dica quello che abbiamo interesse a sapere della propria opera. Tuttavia, consiglio a tutti di andare a vedere personalmente il lavoro di Carlo Iacomucci negli appositi spazi di Villa Cozza. E non escludo che il Maestro vi faccia anche visitare il suo Studio, se lo desiderate.

Per info: www.carloiacomucci.it
Tiberio Crivellaro – 7.Ott.2014