Color y vida: Venti artisti per Frida Kahlo – Palazzo San Giorgio – Genova
dal 16 gennaio al 21 febbraio 2015
FRIDA KAHLO, A GENOVA IN “UN VOLO PER VITAFIORITA” – Il maestro Carlo Iacomucci è tra i venti artisti invitati al Palazzo San Giorgio. di Tiberio Crivellaro
A Genova, il 16 gennaio, presso il Loggiato Palazzo San Giorgio in via della Mercanzia 2, è stata inaugurata l’importante mostra d’arte contemporanea dedicata all’opera dell’artista Frida Kahlo. La mostra denominata “Color y vida: Venti artisti per Frida Kahlo” (itinerante), che si protrarrà fino al 21 febbraio 2015, è un sicuro evento culturale di prestigio internazionale.
Ideatrice della mostra è la Dr.a Silvia Bottaro, critico e perito d’arte, presidente dell’Associazione Culturale “R.Aiolfi” di Savona, e recepita, poi, dalla Fondazione Casa America di Genova, che per rendere ulteriore omaggio all’artista messicana, alla sua particolare storia di donna e forte figura del riscatto femminile del XX° secolo, ha pensato di coinvolgere venti artisti diversi tra loro per uso di tecniche e materiali atti a una riflessione che comprende, oltre il colore, le forme, le emozioni creative che rafforzano la vulcanica forgia della Kahlo in un contesto contemporaneo che permette la conoscenza della storia anche folcloristica di un tessuto civile dove ognuno nasce e vive con espressioni affatto banali.
Perché Frida Kahlo, nel suo “essere popolare” non è mai stata banale, sia nella sua vicenda umana, che nella drammaticità del suo tempo vissuto tra i due conflitti mondiali, con emozioni universali si, ma autentiche nella sua “voce” assolutamente non convenzionale. Tra i venti artisti, due stranieri: l’albanese Y. Plaka e la messicana F. Guenther Quezada. Fra questi interpreti del segno, figura l’artista Carlo Iacomucci, fresco del prestigioso Premio “Marchigiano dell’Anno” dal Centro Studi Marche CE.S.MA. di Roma pochi mesi fa.
La sua opera titolata “Un volo per vitafiorita”, con i caratteristici e personali simboli, come i sette colori della luce, gli storni di gocce, i semi della vita, i due aquiloni che smaniano di uscire dallo spazio geometrico in cerca di nuovi approdi, assieme ad altre forme sfuggenti e segni vaganti, ben interpreta l’inclinazione alla libertà impressionista ed espressionista vissuta dall’artista messicana, sia come donna, sia a livello psicologico-visivo.
Uno spazio, insomma, non soggetto a confini o unioni convenzionali. Qui, arte visiva e natura tra realtà e fantasia esprimono quell’oniricità di pensiero e volo di spirito, con una particolare creatività che riporta ad alcune adiacenze metafisiche della Kahlo. Nella tavola (divisa in due), vi si nota la grande F di Frida e la grande K di Kahlo, lettere contestuali tra la grande fioritura-vita fatta di macchie colorate con una sintesi di segni armoniosi in movimento come petali al vento, e in basso, la V come volo e agitazioni ventose, la A come significante di armonia.
L’opera colpisce, in quanto nell’apparente diversità psichico-artistica dall’autrice messicana, ha invece una forte comunicazione di quegli intenti antitetici ma poetici che la Kahlo esprimeva in completa libertà. Qui, il segno gestuale, dinamico fluttua tra l’immagine significante non solo a livello simbolico, in quanto i contenuti reali si avallano tra realtà e suggestione senza automatismi. Privi di retorica, senza tuttavia rinunciare al segno quale livello enimmico di una serie di fotogrammi in sequenza carichi di intrinsici valori umani. www.carloiacomucci.it