DEI Colori/Giorni – Margareth Dorigatti – MAC Maja Arte Contemporanea – Roma

Margareth Dorigatti

DEI Colori/Giorni

25 gennaio – 10 marzo 2018

Inaugurazione giovedì 25 gennaio 2018, ore 18

via di Monserrato 30, Roma

a cura di Daina Maja Titonel

testi critici di Karin Dalla Torre, Flavia Pesci, Lidia Reghini di Pontremoli

La MAC Maja Arte Contemporanea è lieta di presentare l’ultima serie di opere della pittrice Margareth Dorigatti incentrata sui pianeti e sulle loro infinite corrispondenze con le divinità e il mito, con i giorni della settimana e i colori, e ancora i metalli cui ciascun pianeta viene ricondotto seguendo l’antico schema delle attribuzioni: Luna/Argento (lunedì), Marte/Ferro (martedì), Mercurio/Mercurio (mercoledì), Giove/Zinco (giovedì), Venere/Rame (venerdì), Saturno/Piombo (sabato), Sole/Oro (domenica).

Osserva Karin Dalla Torre: “Ci immergiamo in una cucina alchemica, dove i metalli liquidi ribollono in grandi crogiuoli, mettendo le loro proprietà scientifiche ed estetiche al servizio delle singole divinità. Come per gioco, talvolta in superficie si specchiano le simbologie alchemiche del sistema periodico. […] Non si tratta di quadri da osservare senza conseguenze. A prescindere dal loro formato sono opere tanto intense da imporsi sul vissuto interiore, finanche nei sogni.”

“In questa serie dedicata ai pianeti”, scrive Flavia Pesci nel catalogo che accompagna la mostra, “prende corpo un suggestivo universo interiore, una sorta di viaggio cosmologico dove la simbologia che lega pianeti e divinità, con le loro implicate storie mitiche, pervade i dipinti di rimandi per affinità e analogie con colori specifici, giorni della settimana definiti nella loro peculiarità semantica e trasversale alle varie lingue, vibrazioni e sonorità timbriche, anche sulla scorta dell’insegnamento di J. Wolfgang Goethe, sulla cui celebre teoria dei colori si sono a lungo imperniate le esplorazioni di Margareth Dorigatti. […]

Per ogni pianeta, per ogni divinità, si potrebbe dire persino per ogni colore, ci troviamo di fronte a una sorta di ritratto, in cui Margareth ha riversato il proprio sentimento di esso e condensato il proprio rapporto personale, rivelando a noi e a se stessa la chiave interpretativa che a ciascuno soggiace. Così, in un racconto mai banale, la forza assoluta di Marte, la seducente bellezza di Venere, la complessità conflittuale di Saturno, la misteriosa delicatezza lunare o la divina superiorità di Giove ci vengono manifestati per colori e forme ad ognuno peculiari: attributi complementari e analogici che caricano di tensione e di sorprendente energia il dipinto eppure, al tempo stesso, gli restituiscono magicamente una sottile valenza ironica, che rende il gioco sempre acuto e intelligente.”

Inutile cercare significati, simboli, metafore. La parola è impotente e inopportuna mentre la pittura scorre raccontando di sé al mondo. – Lidia Reghini di Pontremoli (dal testo in catalogo)


 MARGARETH DORIGATTI Cenni biografici

Nasce a Bolzano nel 1954. Nel 1973 studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova. Nel 1975 si trasferisce a Berlino dove studia Pittura, Grafica e Fotografia presso la Hochschule der Künste. Nel 1977 fonda una Casa-atelier frequentata dai maggiori artisti e personaggi dello spettacolo presenti a Berlino. Nel 1980 inizia la sua attività espositiva in gallerie private di Berlino. Nel 1983, insieme a Joachim Szymzcak, realizza un progetto di vaste proporzioni all’interno della rete metropolitana berlinese: 75 dipinti all’interno di otto stazioni. Vince un concorso indetto dalla Internationalen Bauausstellung per la realizzazione di una facciata storica di un palazzo di Kreuzberg.

Nel 1984 si trasferisce a Roma dove ha inizio la sua attività pittorica ininterrotta.

Espone in Italia e all’estero presso gallerie private, luoghi pubblici e musei (Roma, Parigi, Milano, Pescara, Bolzano, Modena, Bologna, Berlino, Nimes, Lyon, Köln, Bonn, etc).

È titolare della cattedra di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.

“Dorigatti è una artista delle affinità elettive. Le corrispondenze vengono cercate piuttosto negli ambiti della letteratura e della musica che non nelle arti visive, dove certamente si è allontana dal postmoderno per riavvicinarsi a una sorta di classicismo, se inteso in senso etico e strutturale, quindi di forma e di sostanza. L’occuparsi di miti, di déi, santi e demoni, diventa quasi obbligatorio, e si prefigura come costante nella sua opera.” [E.C.]