Stagione artistica 2017/2018
Venerdì 9 marzo 2018 – ore 21
Daniele Lombardi
NOVATRIX
Azione scenica su 10 frammenti dalle Metamorfosi di Ovidio
con immagini di Mimmo Paladino
MARCELLO PANNI Direttore
DANIELE LOMBARDI regia
VALERIO MAGRELLI voce recitante
ANA SPASIC Soprano
MARIA ELENA CURZI danzatrice e coreografia
ART MEDIA STUDIO video
ROMA TRE ORCHESTRA Ensemble strumentale
pianoforte concertante
flauto, flauto basso e ottavino
clarinetto e clarinetto basso
violino
violoncello
percussioni
L’abito di Ana Spasic è un’opera di BARBARA SALVIUCCI
Teatro Palladium – Università Roma Tre
Piazza Bartolomeo Romano 8, 00154 Roma
Prezzi spettacoli: intero € 15 / ridotto € 10 / studenti € 5
Prevendite: www.r3o.org
orchestra@uniroma3.it – 392 0244701
Probabilmente essere nato e vivere a Firenze come me comporta una visione delle arti e della musica che fa convivere le spinte più avveniristiche con un pensiero che si nutre del continuo contatto con capolavori che sono in questa città, immerso costantemente in miti e figure fuori del tempo.
Pur occupandomi di futurismi novecenteschi questo influsso è stato costante: già nel 1985 avevo realizzato Proteo, 18 videoclips sul terzo capitolo dell’Ulysses di James Joyce per quattro pianoforti dei quali uno preparato. Era un lavoro sulla trasformazione, sulla verità inafferrabile nell’attimo della metamorfosi.
Nel successivo Faustimmung (1987), ripercorrevo il patto mefistofelico Fela-Faust in una dimensione di delirio che raccontava il passaggio utopico dal mondo sonoro a quello silenzioso delle immagini che vado dipingendo dal 1972.
In Amor d’un’Ombra e gelosia d’un’Aura (1988), stesso titolo di un’opera di Alessandro Scarlatti, toccavo il mito di Narciso ed Eco, attraverso la lettura poetica di Paul Valery.
La prima idea di un lavoro sulle Metamorfosi di Ovidio la ebbi agli inizi degli anni Novanta e realizzai L’ora Alata, Wandererphantasie (1992) grazie all’invito di Giuliano Gori ad inaugurare lo Spazio Teatro Celle che Beverly Pepper aveva creato come una scultura nel parco della fattoria di Celle di Santomato a Pistoia.
Novatrix è un’azione scenica nata anche grazie al prezioso intervento di Mimmo Paladino che ha realizzato una serie di magnifici disegni di velari e di schemi di regia per il futuro sviluppo di una nuova versione della partitura, che in questo allestimento è in prima esecuzione assoluta.
L’incipit dell’azione scenica è data da una voce recitante che riappare con frammenti dalle Metamorfosi: nella prima ho diviso i primi versi in quattordici tavole, realizzando il testo una notazione ideografica a colori, una sintesi di altezze e durate proporzionali. I colori alludono a situazioni timbriche sempre mutevoli, con trapassi e stratificazioni. Il tutto nasceva come un’affettuosa sfida alla genialità di Gabriella Bartolomei, che convinsi a tentarne un’esecuzione a prima vista, cosa che per una volta ebbe luogo al Museo Pecci di Prato, in occasione della mia esposizione Labirinti nel 1998.
Recentemente questa scrittura vocale è stata affrontata con straordinaria creatività da Ana Spasic, che ha compiuto un profondo lavoro di analisi partendo dalla semantica emotiva studiata in psicologia, attraversando una sperimentale relazione tra colori e stati emotivi, per arrivare a “Episodi emotivi colorati”.
La metamorfosi diventa il processo mentale che attraverso la semantica dell’emozione si tramuta in colore, inducendo un’immediata successione delle espressioni vocali ad ogni stato/colore corrispondenti.
In particolare è partita da un modello bipolare delle emozioni di James Russell, il Modello Circonflesso (1980), nel quale lo spettro cromatico ruota in analogia con gli stati emotivi. Da questa sua scrittura vocale deriva un’elettrizzante performance nella quale il testo di Ovidio attraversa funambolicamente stati attivi e passivi, tra piacevolezza e spiacevolezza.
In Fluens la danzatrice parte da interventi esecutivi, come un pianoforte a quattro mani, poi il gesto esecutivo sviluppa nella sua coreografia centrifugata dallo strumento, per poi terminare tornando ai piccoli interventi come all’inizio.
La metamorfosi attraversa tutta l’azione scenica, culminando nell’ultimo brano Kaos, dove la soprano esegue un percorso labirintico che ho disegnato sul modello del labirinto di Versailles. Via via che procede scegliendo i percorsi passa da dei punti nei quali il direttore dà l’attacco ai vari strumenti, realizzando così un’opera aperta a possibili diverse esecuzioni.
Daniele Lombardi
Teatro Palladium – Università Roma Tre
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