Dal 28 settembre 2018 al 31 gennaio 2019 presso la sede di Piazza Muraccio della Banca Raiffeisen, è possibile visitare l’esposizione dal titolo “Scomposizioni_multiple” che trae il nome dalla nuovissima collezione di Katia Mandelli Ghidini.
L’artista ha impiegato molti mesi a consolidare quella che nacque come un’idea ed ora è un’esposizione personale che conta parecchi quadri: partiamo dal formato più piccolo 21x30cm fino ad arrivare al più grande 61x91cm.
Ogni quadro vede come protagonista un’immagine che nasce da una multi-esposizione (tecnica che l’artista utilizza solo ed unicamente con la macchina fotografica). Il risultato viene poi “tagliato” in tanti quadrati che a loro volta saranno stampati su carta polimerica-scortix (simili alle Polaroid per aspetto). Il lavoro ultimo dell’artista è quindi quello di ricomporre il collage.
L’effetto è stupefacente e così il titolo: Scomposizioni_multiple, che riassume il grande lavoro di Katia per ottenere il risultato che si può ammirare in questa esposizione personale.
Tre gli argomenti cari all’artista: le barche ormeggiate al porto, le città con il loro caos ed infine i riflessi nell’acqua del lago Ceresio.
L’artista è a disposizione per visite personalizzate e guidate. Presso la sede di Banca Raiffeisen di Locarno è invece in omaggio ai visitatori l’invito con la presentazione della collezione a cura di Walter Ghidini.
Presentazione a cura di Walter Ghidini
La realtà è fatta da punti di vista differenti, emozioni, verità multiple, spesso apparenti, eppure tutte vere e coesistenti nello stesso momento. Le dimensioni di questo multiverso sono potenzialmente illimitate e sono proprio le loro estensioni infinite che hanno affascinato ed infine catturato l’immaginazione dell’artista ticinese Katia Mandelli Ghidini.
In questa sua ultima ricerca, Katia proietta la propria attenzione sui mondi quantistici che coesistono nello stesso spazio degli altri, ma una volta divisi diventano “fantasmi” ciascuno per l’altro, invisibili e impercettibili. Il caso, considerato inevitabile nella fisica dei quanti, in questa interpretazione scompare completamente: tutto ciò che può verificarsi accade sempre, nella somma di tutti i mondi.
Il punto di partenza di questo misterioso e, nel contempo, allucinante viaggio, è lo scatto fotografico, l’attimo eterno che da unico diviene subito multiplo grazie al gioco delle esposizioni multiple. Una nuova dimensione viene introdotta dall’artista quando ogni singola immagine precedentemente moltiplicata viene poi scomposta in singole stampe ed infine, nel gioco continuo delle trasformazioni, torna a ricomporsi come un collage.
Attraverso una progettualità articolata in scomposizioni multiple dell’originale, l’immagine subisce una metamorfosi nella forma e nella consistenza, abbandona la propria fissità statica e si moltiplica ripresentandosi come un’esplosione dinamica, dando origine a nuove soluzioni visive che si allontanano dal soggetto iniziale. Il dinamismo, la decostruzione e la proliferazione delle immagini, che richiamano frammenti di quotidianità, inducono alla trasposizione delle forme in un nuovo scenario, ultimato dall’interpretazione dello spettatore, verso la ricerca di nuove armonie.
“Scomposizioni multiple” è un lavoro che ha seguito un lungo processo di maturazione il cui embrione alberga nella mente di Katia da molto tempo, tempo durante il quale anche la tecnica ha potuto affinarsi per gradi fino al risultato odierno. I soggetti sui quali l’artista focalizza la propria ricerca sono essenzialmente tre; il caos cittadino in costante movimento (elemento destrutturante nella realtà), le imbarcazioni ormeggiate nei porti (tema caro all’artista) e i riflessi (contrappunto della realtà oggettiva).
La scelta non casuale dell’antidinamico formato quadrato utilizzato per le stampe, serve a sottolineare ancora di più la stasi dell’attimo, di tutti gli attimi con i quali le immagini sono state inizialmente realizzate prima di essere destrutturate e ricomposte.
Il formato quadrato è altresì il formato preferito dall’artista per le sue caratteristiche di equilibrio, perfezione e stabilità. Ciò che oggi l’artista ci mostra quale frutto del proprio lavoro è una tassello intermedio di una più ampia ricerca che la coinvolge intimamente e sulla quale continua a lavorare.