Il desiderio di essere inutile, omaggio a Ugo Pratt – Om Bosser – Libreria Feltrinelli – Torino

 

 

Evento/Titolo: Il desiderio di essere inutile, omaggio a Ugo Pratt

Artista: Om Bosser

Opening: sabato 11 gennaio 2020, dalle ore 18

Data chiusura: 29 febbraio 2020

Luogo: Torino, Libreria Feltrinelli, Piazza Castello 19, 10123

Orario apertura: Lunedì/sabato 9,30-19,30 – Domenica 10/12,30 – 15,30/19,30

Ingresso Libero

Curatore: Andrea Roccioletti

Info: 199.151.173 – Mail: eventi.torino@lafeltrinelli.it

Reading durante inaugurazione: Delfina Arcostanzo e intervento musicale della band VXA

 


In questa personale alla Libreria Feltrinelli di Torino, Om Bosser presenterà una serie di lavori del ciclo Hikikomori (coloro che vivono rintanati in casa), ed altri lavori precedenti appositamente scelti dall’Artista . Come scriveva Franco Torriani, il critico storico di Bosser, nel catalogo della mostra “Opere al Nero”: “….Usata in dosi minimali, in questi lavori, è la capacità di mettere insieme quanto non sembra legato da alcuna correlazione logica: immagini, testi in prosa, frasi enigmatiche – i titoli delle opere stesse – i richiami letterari e musicali. Insomma, un modello che rimanda alla Beat Generation, alla sua pratica sviluppatasi circa mezzo secolo fa di usare vari codici con una tecnica da  effetti speciali…… Del resto, quanto riferito alla Beat Generation e al suo “sistema di comunicazione” anima una parte non trascurabile della comunicazione degli ultimi decenni.

Esiste un filo, con fonti diverse, che pervade come una traccia sotterranea il percorso di Bosser. I riferimenti compositivi che spesso si combinano nelle sue opere, erotici, letterari, mistici, hanno anche un richiamo a tradizioni che, perdendosi nella notte della storia, e nel suo buio, mettono insieme un’attenzione alla realtà del momento (Hikikomori) vissuto con l’ansia di andare oltre a quello che, sensorialmente, si ha la sensazione di provare qui e adesso……”

Come scrive Bosser: “ sin dall’inizio della mia attività artistica (1966) ho cercato delle tecniche pittoriche che potessi considerare mie, così operando ho usato e poi rielaborato tutte le tecniche normalmente in uso. Da subito, ho abbandonato l’olio a favore degli acrilici, poi ho abbandonato gli acrilici per gli smalti sintetici; abbandonando nel contempo le superfici abituali per usare prima superfici come il travertino, oppure conglomerati di legno, per passare poi a superfici trasparenti come il vetro, il plexiglass, il perspex, le tele emulsionate… Nel contempo ho praticato una ricerca paranoide di tutte le tecniche antiche di disegno e incisione. Negli anni 1965/1980 ho intagliato centinaia di tavole di legno di Bosso per la xilografia di cui ne stampai una trentina. Ho reinventato il “monotipo” con la tecnica dei disegni ad olio su carta, ho usato l’acquaforte e l’acquatinta, ho sperimentato la litografia il cui risultato finale sono i lavori (400 fogli con due soggetti di base, ognuno rielaborato manualmente) del ciclo”Il Dilemma del Porcospino”. In un monastero Zen in Francia, ho rielaborato una tecnica di disegno privilegio di pochi monaci del 1300, con cui ho prodotto i lavori – dopo averli riprodotti su tela  e colorati con acrilici Liquitex – che potrete vedere in questa mostra.