A Venezia, una mostra ricorda il pittore polesano Ido Merlante
La pittura italiana del Novecento è ricca di personaggi che meriterebbero di essere riscoperti sia per l’estetica dello stile sia per la capacità di esprimere un profondo legame con il loro territorio. È il caso del pittore polesano Ido Merlante (1912-2002), che a quasi venti anni dal’ultima retrospettiva tenutasi a Istrana, viene adesso celebrato da una nuova mostra curata da Niccolò Lucarelli: Ido Merlante. Un uomo, la sua terra, aprirà i battenti il 17 ottobre, nel prestigioso Salone Nobile dell’Hotel Ruzzini Palace, splendido palazzo nobiliare veneziano del XV Secolo, in Campo Santa Maria Formosa a Venezia.
Nato a Polesella, Merlante studiò giovanissimo decorazione e tecniche pittoriche, perfezionandosi in tecnica del nudo presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Nel corso della sua carriera prese parte a numerose esposizioni, sia personali sia collettive, fra le quali spicca la Quadriennale di Roma del 1966, ed è stato insignito di importanti premi e riconoscimenti, fra cui il Premio Nazionale del Presidente del Consiglio conferito da De Gasperi, il Premio Suzzara. Lavoro e Lavoratori nell’Arte, entrambi nel 1952, il Premio Nazionale Giovanni Battista Cavalcaselle nel 1969. Nel 1981, l’allora Presidente Sandro Pertini gli ha conferita l’onorificenza al merito di Cavaliere della Repubblica per meriti artistici.
Fortemente voluta dalla famiglia, in particolare dalla figlia, signora Carla Merlante-Bighetti, la mostra veneziana consta di opere provenienti dall’archivio dell’artista e da collezioni private, perché Merlante è ancora oggi, attraverso i suoi dipinti, fortemente radicato nel territorio. Come, del resto, lo fu in vita, e alla civiltà contadina e ai paesaggi del Polesine ha dedicata tutta la sua carriera. Nelle parole del curatore, «si tratta di un artista che si esprime attraverso una pittura intrisa di genuina poesia, a tratti crepuscolare come quella di Gozzano, in altri casi, invece, più sanguigna e colorata come quella di Palmieri; lontano dal naturalismo accademico, il suo stile si muove fra un sognante naif che ricorda i paesaggi di Chagall e il Realismo Magico fortemente introspettivo così come lo aveva declinato Ottone Rosai. Merlante è un uomo e un artista che non difetta di sensibilità, e nel modo in cui immortala la gestualità, antica di millenni ma sempre nuova, dei contadini al lavoro nei campi, si ritrova profondo rispetto e amore per la civiltà rurale, e la sua concezione quasi sacra. A quegli uomini e quelle donne di buona volontà, Merlante riserva uno sguardo affettuoso e partecipe, così come per la campagna coltivata e per le acque del Po». Una mostra che, attraverso la pittura, entra nell’identità di un territorio e della sua gente.
All’inaugurazione sarà presente anche la scrittrice Silvia Favaretto, autrice del romanzo Viola Pervinca (Mazzanti, 2023) nelle cui pagine ripercorre le vicende di una famiglia contadina veneta nel periodo fra le due guerre. Una presenza di prestigio, che arricchirà la mostra affiancando alla pittura il punto di vista della letteratura: «Le nostre radici sprofondano nella terra, dalla civiltà contadina abbiamo appreso l’importanza del legame con la campagna, di cui le nostre vite si sono nutrite fino ad oggi. In dipinti come quelli di Merlante così come nel mio romanzo, riscopriamo la luce della campagna, l’aspro sapore del vino, i volti lividi al lume di candela, in breve il terreno fertile su cui noi tutti siamo cresciuti».
Da parte sua, Sebastiano Cagnin, direttore del Ruzzini Palace, così saluta questo suggestivo evento: «L’Hotel Ruzzini è entusiasta di essere il palcoscenico di questa mostra straordinaria, che porterà ospiti e visitatori in un viaggio emozionante attraverso la vita e l’arte di Ido Merlante. Siamo certi che questa esposizione contribuirà a far conoscere e apprezzare ancora di più la ricchezza culturale e artistica del Polesine, creando un legame indissolubile tra l’artista, la sua terra e chi lo ammira».
La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile fino al 7 gennaio 2024.